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Nelle diverse industrie, la gestione di sostanze esplosive è un aspetto quotidiano delle operazioni. Al fine di prevenire esplosioni fin dall’inizio o affrontarle in modo adeguato in caso di emergenza, vengono individuate e classificate specifiche zone di protezione dalle esplosioni. Queste aree, conosciute come zone ATEX o ex zone, svolgono un ruolo fondamentale nel fornire informazioni e avvertimenti per l’implementazione di misure adeguate a tutela delle persone e dell’ambiente nelle zone infiammabili. Nella guida che segue potrai scoprire come queste zone vengono classificate e contrassegnate e quali misure è necessario adottare per garantirne la sicurezza.

Identificare le zone potenzialmente infiammabili

Le sostanze esplosive sono diffuse in alcuni settori industriali. In questi casi sono necessarie particolari precauzioni, ad esempio nell’estrazione e nella lavorazione del petrolio e del gas naturale, nell’industria mineraria o nell’industria chimica. Il rischio di esplosione deve essere ridotto il più possibile:

  1. per garantire la sicurezza dei dipendenti e dei visitatori
  2. per proteggere la natura e le immediate vicinanze dell’impianto

Assieme alla sicurezza antincendio, la protezione dalle esplosioni è una componente centrale del concetto di sicurezza operativa. Per determinare le misure di sicurezza adeguate, occorre innanzitutto effettuare una valutazione del rischio per identificare le aree potenzialmente esplosive dell’azienda. Queste includono fondamentalmente tutti i siti di stoccaggio, produzione ed estrazione in cui sono presenti, possono essere presenti o vengono deliberatamente utilizzati gas o polveri esplosive.

Esempi pratici:

  • Impianti di stoccaggio di sostanze pericolose
  • Impianti a gas
  • Uso di sostanze chimiche

Le atmosfere potenzialmente infiammabili vengono suddivise in specifiche zone, chiamate ex zone, poiché il rischio di esplosione può variare a seconda del luogo e delle sostanze coinvolte. Questa suddivisione permette di adattare in modo ottimale le misure di protezione contro le esplosioni in base alle caratteristiche di ogni area, una volta valutato il reale livello di pericolo di esplosione e la sua possibile entità nel caso peggiore. Sulla base di queste valutazioni, vengono definite le misure di sicurezza da adottare sia per le normali attività quotidiane sia per le situazioni di emergenza.

Classificazione delle ex zone secondo ATEX

L’Unione Europea ha adottato due direttive armonizzate riguardanti la salute e la sicurezza per il rischio di atmosfere potenzialmente esplosive, chiamate ATEX 94/9/CE (anche ATEX 100a) e ATEX 99/92/CE (anche ATEX 137).

In Italia, la direttiva ATEX 94/9/CE è stata recepita tramite il Decreto Legislativo 126/98 ed è in vigore dal 1.07.2003. Essa stabilisce i requisiti essenziali di sicurezza per prodotti e sistemi di protezione utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive e definisce le procedure di conformità. La direttiva ATEX 99/92/CE è stata recepita tramite il Decreto Legislativo 233/03, in vigore dal 10 settembre 2003. Essa definisce i requisiti minimi di salute e sicurezza per i luoghi di lavoro con presenza di atmosfere potenzialmente esplosive. In particolare, suddivide tali luoghi in zone, in base alla probabilità di presenza di atmosfera esplosiva, e specifica i criteri per la scelta dei prodotti all’interno di queste zone. Successivamente, il Decreto Legislativo 81/08 del 9.04.2008 (in particolare il titolo XI – Protezione da atmosfere esplosive) e il suo aggiornamento con il Decreto Legislativo 106/2009 del 3 agosto 2009 hanno sostituito il Decreto Legislativo 233/03.

Una schematizzazione delle direttive ATEX e la loro correlazione è illustrata nella figura:

Zone ATEXCausaDurata e frequenza
Zona 0  Miscela di aria e gas, vapori o nebbia infiammabileContinua, per lunghi periodi o frequentemente
Zona 1  come Zona 1Può formarsi occasionalmente durante il normale funzionamento  
Zona 2come Zona 1Nel normale funzionamento si verifica di solito raramente e per brevi periodi  
Zona 20Miscela di aria e polvere combustibile sotto forma di nube  Continua, per lunghi periodi o frequentemente  
Zona 21come Zona 20Può formarsi occasionalmente durante il normale funzionamento  
Zona 22come Zona 20Nel normale funzionamento si verifica di solito raramente e per brevi periodi  

È importante tenere presente che i termini “frequentemente”, “occasionalmente” e “raramente” non hanno una definizione chiara e precisa. Non vi sono dati concreti specificati nelle normative, ma gli esperti hanno concordato che “frequentemente” si riferisce a un tempo di funzionamento superiore al 50% e “brevemente” indica una durata inferiore a 30 minuti. Di conseguenza, in caso di incertezza, è consigliabile assegnare la zona ATEX più elevata.

Leggi e direttive sulle zone infiammabili

La Direttiva 1999/92/CE, concernente le prescrizioni minime per migliorare la protezione della sicurezza e della salute dei lavoratori esposti al rischio di atmosfere esplosive, è stata recepita in Italia tramite il D.Lgs. 233/03, che ha introdotto il titolo VIII bis nel D.Lgs. 626/94. La direttiva stabilisce che il datore di lavoro ha l’obbligo di adottare una serie di provvedimenti tecnico-organizzativi, formativi e informativi, oltre che in termini di attrezzature e dispositivi per la sicurezza sul lavoro. In particolare, il datore di lavoro, nell’adempiere agli obblighi di prevenzione e protezione, deve valutare i rischi specifici derivanti dalle atmosfere esplosive, tenendo conto almeno di:

  • Probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive;
  • Probabilità della presenza, attivazione ed efficacia di sorgenti di innesco, incluse le scariche elettrostatiche;
  • Caratteristiche dell’impianto, sostanze utilizzate, processo e loro possibili interazioni;
  • Entità degli effetti prevedibili.

Per completare il documento di valutazione dei rischi ai sensi dell’articolo 4 del D.Lgs. 626/94, il datore di lavoro deve elaborare e mantenere aggiornato il DPCE (documento sulla protezione contro le esplosioni).

Il DPCE, redatto e mantenuto dal datore di lavoro, è essenziale per valutare e gestire il rischio di esplosione, adottando misure di sicurezza adeguate. Deve specificare i rischi individuati e valutati, le zone a rischio di esplosione e le prescrizioni minime applicate. Inoltre, il documento assicura che gli spazi di lavoro, attrezzature e dispositivi di allarme siano progettati, utilizzati e mantenuti in modo sicuro. La valutazione del rischio comprende la probabilità di formazione di atmosfere esplosive e la presenza di sorgenti d’innesco efficaci. Se il rischio è accettabile, si adottano misure per mantenerlo tale, altrimenti si cercano azioni per ridurlo o mitigarlo.

La marcatura delle zone ATEX

logo ATEX per aree di lavoro potenzialmente esplosive

L’ordinanza sulle sostanze pericolose e la direttiva ATEX prescrivono che le aree e le apparecchiature potenzialmente esplosive debbano essere chiaramente contrassegnate con una segnaletica di sicurezza gialla contenente la scritta nera “Ex”, posta in modo ben visibile e in dimensioni adeguate.

Inoltre, è fondamentale segnalare adeguatamente le aree del piano di fuga e salvataggio, nonché fornire formazione regolare ai dipendenti sulla sicurezza sul lavoro e sulle procedure da seguire in caso di emergenza.

Contrassegnare correttamente le apparecchiature da utilizzare in zone ATEX

La direttiva ATEX 94/9/EC stabilisce che i prodotti elettrici e non elettrici destinati all’uso in ambienti con potenziale rischio di esplosione debbano garantire un adeguato livello di sicurezza, specifico per la zona di installazione. Per conformarsi a tali norme, è necessario sottoporre questi prodotti a test specifici e ottenere la certificazione conforme alle regolamentazioni vigenti nei paesi in cui saranno utilizzati. La segnaletica di sicurezza per l’etichettatura di macchine e apparecchiature in zone Ex è la seguente:

logo ATEX per l'etichettatura di macchine in atmosfere potenzialmente esplosive

Il numero di identificazione deve essere apposto anche sulla targhetta.

Domande frequenti sulle zone ATEX

Cos’è una ex zona?

Prima di stabilire misure di sicurezza, è fondamentale identificare le aree a rischio di esplosione attraverso una valutazione dei rischi aziendali. Le ex zone includono tutte le zone di stoccaggio, produzione e trasporto in cui possono verificarsi, formarsi o essere deliberate atmosfere esplosive di gas o polveri potenzialmente infiammabili. Nella pratica, ciò può riguardare ad esempio un deposito di sostanze pericolose, un impianto a gas o la formazione di vapori pericolosi durante l’uso di prodotti chimici.

Come vengono definite le zone ATEX?

Poiché il rischio di esplosione non è uniforme ovunque né per tutte le sostanze, le aree a rischio di esplosione vengono classificate in diverse zone, note come ex zone. Oltre alla frequenza e alla durata del pericolo di esplosione in una determinata area, si distingue anche se l’atmosfera esplosiva pericolosa è causata da gas, vapori e nebbie infiammabili o da polveri combustibili.

Quali sono le principali classificazioni delle zone ATEX?

La direttiva europea ATEX prevede sei diverse ex zone:

Zona 0: Area in cui un’atmosfera pericolosa, costituita da una miscela di aria e gas, vapori o nebbie infiammabili, è presente costantemente, per lunghi periodi o frequentemente.

Zona 1: Area in cui, durante il normale funzionamento, può occasionalmente formarsi un’atmosfera pericolosa, costituita da una miscela di aria e gas, vapori o nebbie infiammabili.

Zona 2: Area in cui, durante il normale funzionamento, non si verifica di solito un’atmosfera pericolosa, costituita da una miscela di aria e gas, vapori o nebbie infiammabili, e se ciò avviene, è solo raramente e per breve tempo.

Zona 20: Area in cui un’atmosfera pericolosa sotto forma di nube di polveri combustibili è presente costantemente, per lunghi periodi o frequentemente.

Zona 21: Area in cui, durante il normale funzionamento, può occasionalmente formarsi un’atmosfera pericolosa sotto forma di nube di polveri combustibili.

Zona 22: Area in cui, durante il normale funzionamento, non si verifica di solito un’atmosfera pericolosa sotto forma di nube di polveri combustibili, e se ciò avviene, è solo raramente e per breve tempo.

Fonte dell’immagine:
© gettyimages.de – DSCimage